Musei della provincia

L'unico sito che raccoglie tutte le immagini di tutti i Musei Piemontesi!

Sezione dedicata a tutti i musei del Piemonte. Perchè del Piemonte? Noi siamo nati con il nome Eventi Torino e provincia ma ci siamo detti perchè lasciare esclusi tutti quei bei musei al di fuori della provincia, perciò ci siamo decisi a creare la pagina Musei della Regione.
Troverete tutte le informazioni e tutte le nostre fotografie di tutti i Musei con la M maiuscola!



INDICE


1 Palazzo Madama
2 Museo Civico d'Arte Antica
3 Palazzo Reale
4 Armeria Reale
5 Museo Diocesano
6 Museo di Antichità
7 Museo Nazionale del Risorgimento Italiano
8 Museo delle Antichità Egizie di Torino
9 Galleria Sabauda
10 Museo Internazionale delle Arti Applicate Oggi (MIAAO)
11 Museo Regionale di Scienze Naturali
12 Museo Olimpico Torino 2006
13 Museo di Antropologia ed Etnografia
14 Pinacoteca dell'Accademia Albertina di Belle Arti
15 Mole Antonelliana
16 Museo di Arti Decorative Fondazione Pietro Accorsi
17 Museo Nazionale della Montagna “Duca degli Abruzzi”
18 Villa della Regina
19 Museo di Storia Naturale “Don Bosco”
20 INFINI.TO
21 Reali Tombe di Casa Savoia
22 MAO - Museo d'Arte Orientale
23 Museo della Scuola e del Libro per l'Infanzia
24 Museo della Sindone
25 Museo diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà
26 Museo Civico Pietro Micca e dell'Assedio di Torino del 1706O
27 Orto Botanico
28 Borgo e Rocca Medievale
29 Museo di Anatomia Umana “Luigi Rolando”
30 Museo della Frutta “Francesco Garnier Valletti”
31 Museo dell’Automobile “Carlo Biscaretti di Ruffia” (MAUTO)
32 GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea
33 Fondazione Merz
34 Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
35 MAU - Museo d’Arte Urbana
36 Pinacoteca Agnelli
37 Parco d’Arte Vivente
38 Museo A come Ambiente
39 Museo d’arte Contemporanea - Castello di Rivoli
40 La Venaria Reale
41 Palazzina di caccia di Stupinigi
42 Castello di Moncalieri
43 Castello di Racconigi
44 Castello Cavour di Santena
45 Museo Carceri Le Nuove
46 OGR Officine Grandi Riparazioni



Palazzo Madama
Imponente al centro della piazza, il palazzo è testimonianza di duemila anni di storia cittadina.


Al centro della piazza e dall'aspetto architettonico eterogeneo, è la sintesi della storia bimillenaria della città. Da porta romana si trasformò in fortilizio medievale, per poi diventare nel Quattrocento il castello dei principi d'Acaia. Il suo nome è un omaggio alle reggenti del trono sabaudo: Cristina di Francia (dal 1637) e Giovanna Battista di Savoia Nemours (dal 1675). Fu lei a commissionare a Juvarra il progetto del grandioso avancorpo addossato all'edificio medievale. La facciata, realizzata nel 1718-21, con il capolavoro dello scalone, è una delle più affascinanti realizzazioni del barocco europeo. Nell'Ottocento l'edificio fu sede del Senato subalpino e poi del primo Senato del Regno d'Italia. Dal 1934 ospita il Museo Civico d'Arte Antica. Al suo interno è possibile visitare liberamente lo scalone juvarriano e l'area della corte medievale. Qui, nello scavo, si possono riconoscere le diverse fasi costruttive del palazzo; resti della Porta romana (detta "decumana") sono visibili anche nelle torri incorporate alla facciata medievale.






Immagini









Indirizzo: Piazza Castello - Torino
Telefono: 011 4433501
Email: palazzomadama@fondazionetorinomusei.it
Sito web: www.palazzomadamatorino.it




Museo Civico d'Arte Antica
Dal Medioevo agli inizi dell'Ottocento: collezioni di capolavori e oggetti d'arte di inestimabile valore.





Il percorso museale si sviluppa su più piani. Nell'interrato, a livello delle fondazioni romane, è esposto il Lapidario Medievale con sculture d'area piemontese, il mosaico proveniente dal Duomo di Acqui e le preziose oreficerie del Tesoro di Desana. Il piano terra è dedicato alla cultura figurativa piemontese dal Duecento al Cinquecento. Dalla sala con il magnifico coro ligneo proveniente dall'Abbazia di Staffarda si accede al grande salone costruito da Ludovico d'Acaia all'inizio del Quattrocento; qui si possono ammirare le collezioni di pittura e scultura dei grandi maestri piemontesi dal Medioevo al Rinascimento e oggetti preziosi tra cui il famoso cofano appartenuto al cardinale Guala Bicchieri. La Torre Tesori ospita celebri capolavori come il manoscritto di Van Eyck e il "Ritratto d'uomo" di Antonello da Messina. Al primo piano, intorno alla maestosa Sala del Senato oggi utilizzata per le mostre temporanee, si trovano gli antichi appartamenti delle Madame Reali fastosamente decorati: ospitano testimonianze artistiche del Seicento e del Settecento, la quadreria e gli arredi, tra cui i prestigiosi mobili di Pietro Piffetti. Infine al secondo piano, sono esposte le collezioni di arti decorative: ceramiche, avori, oreficerie, bronzetti, tessuti, vetri. Di grande rilevanza l'eccezionale collezione dei vetri a oro graffiti e dipinti donati da Emanuele Tapparelli d'Azeglio alla fine dell'Ottocento. La corte medievale di Palazzo Madama ospiterà dal 2011 la prima sede di Museo Torino, una recente e innovativa proposta museale sulla storia della città, tra il reale e il virtuale. Piazzetta Reale, delimitata dalla solenne cancellata di Pelagio Palagi (1835), introduce a Palazzo Reale.







Immagini








Indirizzo: Piazza Castello - Torino
Telefono: 011 4433501
Email: palazzomadama@fondazionetorinomusei.it
Sito web: www.palazzomadamatorino.it



Palazzo Reale 

Il fascino della vita di corte. Un palazzo di grande valore artistico e architettonico per rivivere le atmosfere ai tempi dei Savoia.






Residenza ufficiale dei Savoia fino al 1865, già Palazzo del Vescovo, fu trasformato da Ascanio Vitozzi (1584) per Carlo Emanuele I e successivamente ampliato e ristrutturato con una serie ininterrotta di interventi a cui presero parte i maggiori architetti ed artisti attivi a Torino tra Settecento e Ottocento. Dall'atrio si accede al piano nobile attraverso lo scalone d'onore, qui si trovano le sale di rappresentanza riccamente decorate con soffitti intagliati, stucchi, dorature e affreschi.
 Tra gli ambienti più affascinanti, il grandioso Salone degli Svizzeri, rimodernato su disegno di Pelagio Palagi (1835-40), la Sala del Trono, la Sala del Caffé, la Camera dell'Alcova di Carlo Emanuele II, l'ottocentesca Sala da Ballo, uno degli ambienti più sfarzosi del palazzo e infine la magnifica Scala delle Forbici di Filippo Juvarra (1720).
La scala porta al secondo piano nobile, agli appartamenti nuziali dei Principi di Piemonte e dei Duchi d'Aosta: 30 camere, sgombrate e sigillate nel 1946, alla caduta della monarchia, e riaperte al pubblico nel 2007.
Nei sotterranei del palazzo sono visitabili le spettacolari cucine e i giganteschi "cantinoni". Dal cortile porticato si accede al giardino racchiuso dalle fortificazioni seicentesche. Nonostante le manomissioni, l'impianto del giardino conserva le tracce del progetto di André Le Notre (1697-1698), il geniale architetto di giardini di Luigi XIV, che prevedeva bacini d'acqua e viali disposti a raggiera.
 Sotto i portici della piazza si trova l'ingresso dell'Armeria Reale.





Immagini






Indirizzo: Piazzetta Reale, 1 - Torino
Telefono: 011 4361455
Email: sbap.pie-reale@beniculturali.it
Sito web: www.piemonte.beniculturali.it




Armeria Reale 

Una delle più ricche collezioni di armi e armature esistenti al mondo e raccolte di numismatica.






La ricca esposizione occupa tre ambienti collegati al percorso delle sale di rappresentanza di Palazzo Reale: la Sala della Rotonda, così detta perché qui si innestava la galleria di collegamento tra Palazzo Reale e Palazzo Madama, la magnifica Galleria del Beaumont e il Medagliere, appositamente progettato da Pelagio Palagi per raccogliere le monete, le medaglie e i sigilli di proprietà della Casa reale. La collezione di armi appartenuta ai Savoia fu aperta al pubblico nel 1837 per volere di Carlo Alberto nella galleria affrescata da Francesco Beaumont, nella seconda metà dell'Ottocento. La raccolta, composta da armi provenienti dagli arsenali di Torino e Genova e da raccolte private, conta numerosi tipi di armi bianche e da fuoco e di armature. Pregevoli le armi medievali, numerosi esemplari del Cinquecento e Seicento di scuola italiana e tedesca, armi e cimeli napoleonici e armature indossate dai sovrani sabaudi. L'ingresso dell'Armeria conduce anche alla Biblioteca Reale, istituita e aperta al pubblico per volontà di Carlo Alberto intorno al 1840. Conserva un prestigioso patrimonio di volumi, manoscritti, codici miniati, disegni, pergamene, mappe, incisioni, album fotografici ed è fondamentale riferimento per gli studiosi degli antichi fondi di storia sabauda. Nella sezione della grafica è conservata l'eccezionale raccolta di disegni di Leonardo da Vinci con il famoso autoritratto (circa 1516). Sono dell'architetto di corte Pelagio Palagi la sala studio con le sue decorazioni e il disegno delle scaffalature con balconata che rivestono interamente le pareti. Attraverso un passaggio coperto, lasciato sulla sinistra il settecentesco Palazzo Chiablese, si arriva in piazza San Giovanni, dove sorge la Cattedrale, rara testimonianza rinascimentale esistente in città. Dedicata a San Giovanni Battista, fu ricostruita tra il 1491 e il 1498 per volontà del cardinale Della Rovere dall'architetto Meo del Caprino sull'area di tre chiese risalenti al III-V secolo, i cui resti sono inseriti nel percorso di visita del Museo Diocesano.




Immagini






Indirizzo: Piazza Castello, 191 - Torino
Telefono: 011 543889
Email: armeriareale@artito.arti.beniculturali.it
Sito web: www.artito.arti.beniculturali.it




Museo Diocesano

Un museo per conoscere la storia della Chiesa torinese partendo dai suggestivi resti archeologici nella Chiesa Inferiore della Cattedrale.





Collocato nella cripta del Duomo, il Museo è accessibile dalla piazza. È stato recentemente oggetto di importanti lavori di ampliamento e riunisce dipinti, statue antiche, preziosi paramenti, oreficeria liturgica, patrimonio della cattedrale e di chiese dismesse o non custodite della diocesi torinese. Spiccano le tavole rinascimentali che facevano parte dell'apparato iconografico della cattedrale più antica. Sono inoltre esposti un tabernacolo in marmo proveniente dalla cattedrale medievale e la Madonna in marmo greco, scultura risalente al Duecento. Poco oltre il Duomo, una cancellata racchiude il Teatro Romano (I secolo d.C.) di cui sono visibili le gradinate, il piano dell'orchestra e alcuni pilastri esterni. Di fronte, la Porta Palatina, risalente al I secolo a.C., porta nord della città augustea. Con il prospetto in laterizio e le due torri poligonali a sedici lati è il monumento più rappresentativo e conosciuto della romanità torinese. Il Museo di Antichità, con ingresso da via XX Settembre, completa il percorso tra le memorie romane della città.




Immagini




Indirizzo: C/o Chiesa Inferiore della Cattedrale - Piazza San Giovanni - Torino
Telefono: 011 5156408
Email: arte@diocesi.torino.it
Sito web: www.diocesi.torino.it



Museo di Antichità
Intorno al teatro romano, i più importanti reperti archeologici provenienti dalla città e da tutto il territorio piemontese.


Il museo si articola in tre settori: le collezioni storiche, custodite nelle sale ricavate dalle serre di Palazzo Reale, i materiali archeologici rinvenuti in Piemonte e la sezione dedicata all'archeologia di Torino, collocata nel nuovo spazio sotterraneo accanto ai resti del Teatro Romano che diventano così parte del percorso museale. Le collezioni - sculture, bronzi e utensili dalla preistoria all'età longobarda - hanno origine dalle raccolte di antichità sabaude iniziate nel Cinquecento con il nucleo di sculture greco-romane. Il patrimonio del museo si è ampliato nel corso dei secoli con i reperti di scavo provenienti da tutto il territorio piemontese e con l'acquisizione di prestigiose raccolte nel corso dell'Ottocento. Tra i reperti di età romana si segnalano i bronzi di Industria, il tesoro argenteo scoperto a Marengo e i corredi longobardi dalle necropoli del Lingotto e di Testona.




Immagini






Indirizzo: Via XX Settembre, 88 - Torino
Telefono: 011 5211106 - 011 5212251
Email: info@museoarcheologico.it
Sito web: http://museoarcheologico.piemonte.beniculturali.it



Museo Nazionale del Risorgimento Italiano
Un viaggio nella storia italiana dall'unificazione alla prima guerra mondiale tra documenti, cimeli, armi, vessilli, uniformi e opere d'arte.


Il museo, che è stato completamente riallestito e riaperto nel 2011, risale al 1878, quando Torino, a seguito del trasferimento della capitale, volle sottolineare il proprio contributo al processo di unificazione nazionale. Il Museo, dopo una lunga fase in cui il nucleo originario delle collezioni era stato esposto nella Galleria civica d'arte moderna di corso Siccardi, fu inaugurato nel 1908 nella Mole Antonelliana. Trasferito al Valentino alla fine degli anni Venti, dal 1938 si trova a Palazzo Carignano, sede dal 1848 della Camera dei Deputati del Parlamento piemontese. Oltre alla grande varietà di dipinti, documenti a stampa, manoscritti e sculture, uno degli elementi di maggiore attrazione del percorso è la Camera dei Deputati del Parlamento subalpino. Cimeli interessanti e rari riguardano il periodo napoleonico, i moti rivoluzionari del 1821, l'opera politica e diplomatica di Camillo Cavour, la vita di Giuseppe Garibaldi. Sono inoltre documentati i moti di unificazione nazionale di molti altri paesi europei. Nell'ampliamento ottocentesco dell'edificio, si ammira la monumentale "aula" che avrebbe dovuto ospitare il Parlamento Italiano, ma non venne mai utilizzata a questo scopo. Al Museo, a cui è stata riconosciuta la qualifica di "nazionale", si affiancano gli archivi storici, una biblioteca specialistica assai ricca e un gabinetto delle stampe. Sul lato opposto di piazza Carlo Alberto, dove un tempo si trovavano le Scuderie dei Principi di Carignano, ha oggi sede la Biblioteca Nazionale Universitaria. Ritornando in via Accademia delle Scienze troviamo il Collegio dei Nobili, realizzato a fine Seicento come sede del Collegio gesuita. L'edificio ospita la Regia Accademia delle Scienze, fondata nel 1783 da Vittorio Amedeo III che ebbe tra i suoi soci personaggi di rilievo quali Foscolo, Manzoni, Rosmini, Gioberti, Darwin, Avogadro e molti altri. L'edificio ospita il Museo Egizio e, fino al 2011, la Galleria Sabauda.




Immagini  



Indirizzo: (ingresso da) piazza Carlo Alberto 8 - Torino 
Telefono: 011 5621147
Email: info@museorisorgimentotorino.it
Sito web: www.museorisorgimentotorino.it




Museo delle Antichità Egizie di Torino
La storia e la civiltà dell'Egitto dal paleolitico all'epoca copta in un percorso espositivo di grande suggestione. Un museo di fama internazionale, tra i primi al mondo per importanza delle collezioni.




Le collezioni egizie di Torino vantano una storia lunga e illustre. Il primo oggetto, la Mensa Isiaca, di epoca romana, fu acquistato nel 1628. Oltre un secolo dopo, Carlo Emanuele III incaricò il botanico Vitaliano Donati dell'acquisto di ulteriori antichità egizie. Assieme ad un'altra piccola collezione donata da Vittorio Amedeo, questo nucleo fu in un primo momento alloggiato ed esposto nel Museo dell'Università in via Po, sede dell'attuale Rettorato. L'istituzione ufficiale del Museo risale al 1824 in coincidenza con l'acquisizione della ricca collezione di Bernardino Drovetti, piemontese, console in Egitto che vendette al re Carlo Felice oltre 5200 oggetti (statue, papiri, stele, sarcofagi, mummie). Dal 1894 ne fu direttore Ernesto Schiapparelli che condusse importanti campagne di scavi. Si sono aggiunti nel tempo ulteriori acquisti e doni tra cui spicca il piccolo complesso del Tempio di Ellesija, donato nel 1966 dall'Egitto per il sostegno fornito nella tutela dei monumenti nubiani. Numerosi sono gli oggetti di eccezionale valore esposti; ricordiamo il Telo di lino, risalente al periodo predinastico (4300-3700 a.C.), la Tomba di Kha e Merit, scoperta durante la spedizione archeolologica condotta da Schiapparelli nel 1906, databile al 2400 a.C., il papiro regio (1292-1186 a.C.), uno dei più importanti documenti storici sulla civiltà egizia contenente un elenco di tutti i Re, dalla fondazione alla XVII Dinastia Nuovo Regno (dal 1620 al 1535 a.C. circa). Nel museo sono inoltre conservate la statua in diorite di Re Ramesse II (1279-1213 a.C.), proveniente da Tebe e nota come il ritratto capolavoro del faraone egizio più famoso e più longevo, e la Sfinge in arenaria (1292-1186 a.C.) ritrovata a Karnak. Il percorso espositivo è frutto di successivi interventi. Di recente realizzazione è lo Statuario, progettato dallo scenografo Dante Ferretti. Sono esposti sfingi, sarcofagi, tavole d'offerta, elementi architettonici e, soprattutto, le statue monumentali che ritraggono alcuni dei più importanti faraoni e le divinità Ptah, Amon, Hathor e Sekhmet. In attesa di essere trasferita nella manica lunga di Palazzo Reale, all'ultimo piano del Collegio dei Nobili si trova la Galleria Sabauda.



Immagini 










Video




Indirizzo: Via Accademia delle Scienze, 6 - Torino 
Telefono: 011 5617776
Email: info@museoegizio.it
Sito web: www.museoegizio.it


Galleria Sabauda
Una delle più importanti pinacoteche italiane: settecento dipinti tra cui capolavori di grandi maestri italiani, fiamminghi e olandesi.



La storia della pinacoteca ha origine nel 1497 quando i Savoia riunirono in un inventario le opere antiche acquisite dalla casata. Il primo vero catalogo risale al 1631 ed è accuratamente conservato in una apposita teca. I preziosi dipinti vennero dapprima sistemati nella galleria che metteva in comunicazione Palazzo Reale e Palazzo Madama che, più volte danneggiata da incendi, non fu più ricostruita. La "Reale Galleria", forte di 365 dipinti, fu inaugurata nel 1832 da Carlo Alberto a Palazzo Madama. La collezione si arricchì nel tempo di numerose altre importanti testimonianze di opere pittoriche di scuola fiamminga e olandese. Ceduta allo Stato italiano nel 1860, il suo trasferimento nella sede attuale avvenne nel 1865. È oggi una delle più importanti pinacoteche italiane e accoglie le collezioni sabaude. Nel percorso della Galleria si trovano diversi capolavori di scuola piemontese, tra cui un prezioso polittico di Giovanni Canavesio, dei maestri italiani del Quattrocento e del Cinquecento, come la "Madonna col Bambino e i Santi" di Andrea Mantegna e "La Cena" di Paolo Veronese e uno spettacolare panorama di Torino a metà del Settecento di Bernardo Bellotto. Dopo l'uscita, girando a sinistra, si trova San Filippo Neri, la più ampia chiesa della città, alla quale lavorarono Guarino Guarini e Filippo Juvarra. Negli antichi chiostri del convento filippino ha sede il MIAAO - Museo Internazionale delle Arti Applicate Oggi.



Immagini 


Indirizzo: Via Accademia delle Scienze, 6 - Torino 
Telefono: 011 547440 - 011 5641749
Email: galleriasabauda@artito.arti.beniculturali.it
Sito web: www.artito.arti.beniculturali.it


Museo Internazionale delle Arti Applicate Oggi (MIAAO)
Due gallerie dedicate all'arte espressa attraverso oggetti d'uso comune.



Il Museo è nato nel centenario della Mostra Internazionale di Arte Decorativa Moderna di Torino del 1902. La galleria al primo piano ospita le collezioni permanenti: sculture, ceramiche, arazzi, gioielli, oggetti di design, installazioni meccaniche e luminose, fotografie e quadri. Il Miaao è aperto al pubblico solo in occasione di mostre temporanee ospitate nella galleria situata a piano terra. Percorrendo via Lagrange, recentemente chiusa al traffico, si incrocia via Giolitti. Qui, nella seicentesca sede dell'Ospedale San Giovanni Battista, si trovano il Museo Regionale di Scienze Naturali, il Museo Olimpico e il Museo di Antropologia ed Etnografia dell'Università di Torino.



Immagini 


Indirizzo: Via Maria Vittoria, 5 - Torino
Telefono: 011 0702350
Email: miaao.museo@gmail.com
Sito web: www.miaao.org


Museo Regionale di Scienze Naturali
Fossili, minerali, piante, fiori, animali. Un museo che vanta rare e ricche collezioni dei sistemi naturali del nostro pianeta.



Istituito nel 1978, riunisce collezioni di botanica, entomologia, geologia, mineralogia, petrografia, paleontologia e zoologia. Molto ricche sono le raccolte zoologiche provenienti da musei e Istituti di Zoologia Sistematica e di Anatomia Comparata dell'Università di Torino, oltre a quelle acquisite dal museo stesso. In particolare sono significative la collezione ornitologica, con almeno 25.000 esemplari, la collezione di anfibi e di rettili. Nella sezione zoologica, allestita dall'architetto Andrea Bruno come la stiva di una nave da carico dell'Ottocento, con richiami all'arca biblica, si possono ammirare gli animali appartenenti alle preziose collezioni scientifiche settecentesche recuperati al primitivo splendore. Sede di numerose mostre, il Museo Regionale di Scienze Naturali è anche dotato di una biblioteca specialistica aperta al pubblico. Nei pressi, all'interno del Collegio San Giuseppe, si conserva un'interessante raccolta di colibrì. Il piccolo Museo, visitabile su appuntamento, è dedicato a monsignor Pietro Franchetti, sacerdote-scienziato torinese che ha raccolto e preparato la collezione, con l'aiuto di competenti imbalsamatori.




Immagini 



Video


Indirizzo: Via Giolitti, 36 - Torino
Telefono: 011 4326354
Email: museo.mrsn@regione.piemonte.it
Sito web: www.regione.piemonte.it


Museo Olimpico Torino 2006

Torino e i XX Giochi Olimpici, emozione dopo emozione.




Il Museo raccoglie oggetti e immagini dei luoghi che hanno ospitato la XX edizione dei Giochi Olimpici Invernali. Le sezioni, pensate come capitoli di un grande libro virtuale, si sviluppano all'interno di pagine tridimensionali, costituite da totem mobili con video, foto, testi e cimeli. Nell'area dedicata alle Paralimpiadi è possibile osservare le attrezzature sportive usate dagli atleti paralimpici.



Immagini 



Indirizzo: Via Giolitti, 36 - Torino
Telefono: 011 4326354
Email: museo.mrsn@regione.piemonte.it
Sito web: www.regione.piemonte.it


Museo di Antropologia ed Etnografia




L'ingresso al Museo di Antropologia ed Etnografia dell'Università di Torino si trova su via Accademia Albertina. Il Museo è aperto solo in occasione di mostre temporanee. Le sue collezioni saranno presto trasferite nel Palazzo degli Istituti Anatomici a completare il Polo universitario del Museo dell'Uomo. Comprende raccolte etno-antropologiche di svariata origine e provenienza.




Immagini



Indirizzo: Via Accademia Albertina, 17 - Torino
Telefono: 011 6704550 - 011 6704551
Email: museo.antropologia@unito.it
Sito web: www.museounito.it



Secoli di pittura piemontese, italiana e fiamminga: dai capolavori delle botteghe rinascimentali alle più recenti opere di maestri e allievi dell'Accademia.





Fu la Madama Reale Maria Giovanna Battista, nel 1678, a dotare la capitale di un'Accademia Torinese dei pittori, degli scultori e degli architetti. L'istituzione dell'annessa Pinacoteca fu invece opera di Carlo Alberto, nel 1837. Ancora oggi, profondamente rinnovata, l'Accademia è un'istituzione formativa legata alla sua Pinacoteca che, recentemente riallestita, comprende opere dal Quattrocento al Novecento di pittura piemontese, italiana e fiamminga. Particolare importanza rivestono le tele di Filippo Lippi, Defendente Ferrari e Martino Spanzotti. Il pezzo forte della Pinacoteca sono i preziosi sessanta cartoni preparatori di Gaudenzio Ferrari e della sua scuola donati nel 1832 da Carlo Alberto, che costituiscono un fondo grafico unico nel suo genere, testimonianza della pratica di lavoro nelle botteghe rinascimentali piemontesi. Parte del percorso espositivo è dedicata alle opere di maestri e allievi dell'Accademia. Procedendo su via Po, a sinistra si incrocia via Montebello e ci si trova dinanzi l'imponente Mole Antonelliana, straordinario simbolo architettonico di Torino.









Indirizzo: Via Accademia Albertina, 8 - Torino
Telefono: 011 8177862
Email: direttore@accademialbertina.torino.it
Sito web: www.accademialbertina.torino.it



L'opera più significativa dell'architetto Antonelli, da oltre un secolo simbolo della città. Immancabile una visita con ascensore panoramico.





Progettata da Alessandro Antonelli su commissione della comunità ebraica di Torino, per essere una sinagoga, rischiò di non essere completata per il forte incremento dei costi in corso d'opera. Fu terminata solo nel 1889 e acquisita dal Comune di Torino che ne cambiò la destinazione e la trasformò in Monumento al Re come Museo del Risorgimento, che qui ebbe la sua prima sede. Dopo i lavori di consolidamento strutturale degli anni Venti, l'edificio passò in gestione ai Musei Civici di Torino. Negli anni Sessanta fu realizzato l'ascensore panoramico e, dopo essere stata sede di grandi mostre, la Mole venne destinata ad accogliere il Museo Nazionale del Cinema, aperto al pubblico nel 2000. Dall'alto dei suoi 167m di altezza, raggiungibili utilizzando l'ascensore panoramico, è possibile godere di un panorama mozzafiato che abbraccia tutta la città, incorniciata dalle vette alpine.



Immagini 













Indirizzo: Via Montebello, 20 - Torino
Telefono: 011 8138560 - 011 8138561 - info orari e biglietteria
Email: comunicazione@museocinema.it - info@museocinema.it
Sito web: www.museocinema.it



Una ricca casa-museo, ventisette sale dove ritrovare atmosfere settecentesche tra mobili, cristalli e oggetti in uso nelle residenze nobiliari.





Il Museo di Arti Decorative, nato nel 1999 dal lascito dell'antiquario torinese Pietro Accorsi, si presenta come una signorile dimora settecentesca preziosamente ricostruita in tutti i particolari di arredo. Fra i pezzi più prestigiosi della collezione si ricordano un doppio corpo e un piccolo cassettone di Pietro Piffetti, il più grande ebanista italiano del Settecento, comò veneziani laccati e dipinti e un rarissimo doppio corpo interamente rivestito in maiolica di Pesaro. Al termine di via Po si trova Piazza Vittorio Veneto che i torinesi chiamano semplicemente Piazza Vittorio: completata nel 1825 è la più grande piazza d'Europa interamente porticata. Il ponte napoleonico intitolato a Vittorio Emanuele I conduce alla chiesa della Gran Madre di Dio, edificata per volontà del Comune e dei cittadini per celebrare il ritorno del re Vittorio Emanuele I dopo l'esilio in epoca napoleonica. Lo stile è neoclassico e si ispira al Pantheon romano. Poco distante, sulla destra, si trova la salita che conduce al Museo Nazionale della Montagna e alla chiesa di Santa Maria del Monte dei Cappuccini, al cui interno si segnala l'altare maggiore opera di Carlo e Amedeo Castellamonte.



Immagini



Indirizzo: Via Po, 55 - Torino
Telefono: 011837688 interno 3
Email: info@fondazioneaccorsi.it
Sito web: www.fondazioneaccorsi.it



Il racconto del legame tra Torino e le Alpi diventa occasione per parlare delle tradizioni e della cultura montana di tutto il mondo.
<br />

<br />


La sua costituzione risale al 1874, quando il Club Alpino Italiano decise di collocare sul piazzale la "Vedetta Alpina", per l'osservazione dello straordinario panorama della catena montuosa. La piccola struttura fu smantellata tre anni dopo e trasferita nell'edificio di proprietà civica, costituendo così il primo nucleo del museo che oggi opera con un'ampia e composita attività. Il percorso espositivo, suddiviso in nove aree tematiche, ospita una vasta documentazione sugli aspetti naturalistico-ambientali della montagna, sulle sue tradizioni e sulla pratica alpinistica nelle sue varie manifestazioni. La visita termina sulla splendida terrazza panoramica dove si possono ammirare a occhio nudo le Alpi e la città. Sulla collina, a circa 1 km dalla chiesa Gran Madre si trova Villa della Regina, raggiungibile con i mezzi pubblici



Immagini 



Indirizzo: Piazzale Monte dei Cappuccini, 7 - Torino
Telefono: 011 6604104
Email: posta@museomontagna.org
Sito web: www.museomontagna.org



Un gioiello barocco ritornato all'antico splendore.





Voluta dal Cardinal Maurizio di Savoia, edificata su progetto di Ascanio Vitozzi all'inizio del Seicento, venne ristrutturata su progetto di Juvarra che nella prima metà del Settecento prestò attenzione soprattutto alla villa in rapporto al complesso dei giardini. La residenza ducale costituì un modello per le "vigne" e le ville dell'aristocrazia e della borghesia. La villa, al centro dei giardini all'italiana, si sviluppa al Piano nobile dal grandioso salone centrale con le straordinarie scenografie di Giuseppe Dallamano, c. 1733, i dipinti di Corrado Giaquinto e Giovan Battista Crosato. Dal salone si accede agli Appartamenti Reali riccamente decorati, nei quali trova posto in modo esemplare il gusto settecentesco per le "cineserie". Lungamente abbandonato, in anni recenti sono stati realizzati importanti interventi di restauro che hanno consentito la sua riapertura al pubblico nel 2006. I piani alti ospiteranno il Centro regionale di Documentazione e Catalogazione dei Beni Culturali.



Immagini



Indirizzo: Strada Santa Margherita, 79 - Torino
Telefono: 011 8195035
Email: villadellaregina@artito.arti.beniculturali.it
Sito web: www.artito.arti.beniculturali.it



Un'esplorazione nelle scienze naturali attraverso una collezione zoologica e campioni minerali e vegetali raccolti dalle missioni salesiane nel mondo.





Per chi è interessato alle scienze naturali, sulla collina torinese si trova anche il Museo di Storia Naturale "Don Bosco". Fondato da San Giovanni Bosco e frutto dell'attività missionaria salesiana, il piccolo museo offre al visitatore migliaia di campioni minerali, esemplari petrografici, esposizioni botaniche, zoologiche ed archeologiche.



Immagini 
















Indirizzo: Viale Thovez, 37 - Torino
Telefono: 011 6300611
Email: museo@liceovalsalice.it
Sito web: www.liceovalsalice.it/museo




br />


Sempre in collina, nel comune di Pino Torinese, da alcuni anni ha aperto al pubblico INFINI.TO, centro di didattica e divulgazione dell'astronomia. Si ripercorrono tremila anni di scienza, dall'astronoma egizia Ipazia a Galileo, dalle intuizioni di Newton alle teorie di Einstein, tramite decine di esperimenti dislocati su quattro piani. All'interno, il Planetario digitale tra i più avanzati d'Italia consente al visitatore di viaggiare nell'universo grazie a sofisticati sistemi di simulazione.


Immagini 



Indirizzo: Via Osservatorio, 8 - Pino Torinese
Telefono: 011 8118640
Email: info@planetarioditorino.it
Sito web: www.planetarioditorino.it



Nella solenne cripta un percorso tra Tombe Reali Sabaude e sculture monumentali.





La Basilica di Superga sorge sulla collina a est di Torino. La si può raggiungere anche con la Tranvia a cremagliera Sassi–Superga, lunga circa 3 km, utilizzando i vagoni originali del 1884. La chiesa fu fatta costruire dal re Vittorio Amedeo II come ringraziamento per la vittoria sui francesi dopo l'assedio del 1706. Il progetto fu affidato al grande messinese Filippo Juvarra. L'edificazione iniziò nel 1717 e si protrasse per quattordici anni. La Basilica è una chiesa dalla pianta circolare sormontata da una grande cupola, in stile barocco. Nella cripta sotterranea della Basilica di Superga sono raccolte e visitabili circa 70 sepolture dei Savoia. Tra i feretri presenti, quelli di Vittorio Amedeo II, di Carlo Emanuele III (padre e figlio, sempre in contrasto tra di loro), Carlo Alberto e Vittorio Emanuele I. Una lapide commemora Carlo Felice che preferì essere sepolto ad Hautecombe, nella Savoia francese.



Immagini




Indirizzo: Strada Basilica di Superga, 75 - Torino
Telefono: 011 8997456
Email: prenotazioni@basilicadisuperga.com
Sito web: www.basilicadisuperga.com



L’Oriente in tutta la sua bellezza artistica: una collezione che racconta alcune tra le più affascinanti culture asiatiche.





Il museo, aperto dal 2008 nel settecentesco Palazzo Mazzonis, conserva opere provenienti dall'Asia. Al piano terra si trova la sezione dedicata all'Asia Meridionale, suddivisa nelle aree culturali della regione del Gandhara, tra Pakistan e Afghanistan, con i fregi del grande stupa di Butkara, dell'India, con rilievi e sculture dei primi secoli d.C., e del Sudest Asiatico rappresentato dall'arte thailandese, birmana e cambogiana con importanti sculture del periodo Khmer. Al primo piano l'arte della Cina antica è testimoniata da una ricchissima collezione di oggetti funerari, vasellame, bronzi e terrecotte (dal 3000 a.C. al 900 d.C.). Nelle sale dedicate al Giappone sono esposte statue lignee di ispirazione buddhista (dal XII al XVII secolo), eccezionali paraventi degli inizi del Seicento, dipinti e xilografie policrome. Al terzo piano si possono ammirare oggetti provenienti dalla regione himalayana, l'arte buddhista tibetana tra cui una serie di copertine lignee di testi sacri, intagliate e dipinte. L'ultimo piano è dedicato all'arte islamica con una ricca collezione di vasellame e di piastrelle invetriate (dal IX al XVII secolo), oltre a bronzi, manoscritti e una preziosa collezione di velluti ottomani. Procedendo in via San Domenico, si incrocia via delle Orfane. Nell'ala di servizio del Palazzo barocco dei Marchesi Falletti di Barolo, esempio di dimora patrizia torinese conservata pressoché intatta e visitabile nelle sue parti auliche, si trova il Museo della scuola e del libro per l'infanzia.



Immagini



Indirizzo: Palazzo Mazzonis - Via San Domenico, 9-11- Torino
Telefono: 011 4436927
Email: mao@fondazionetorinomusei.it
Sito web: www.maotorino.it



Nel palazzo in cui nacque il primo asilo infantile, un'accurata ricostruzione della scuola italiana ai tempi di De Amicis.





Il museo è un suggestivo percorso nel mondo della scuola tra Ottocento e Novecento e si ricollega idealmente alle iniziative pedagogiche promosse dal marchese Tancredi e da sua moglie Giulia Colbert. Proprio in alcuni locali del Palazzo, infatti, ispirandosi a precoci esperienze francesi, furono realizzati i primi asili infantili in Piemonte. L'esposizione si sviluppa tra banchi, pennini, calamai e numerosi materiali didattici: è possibile visitare L'Aula ai tempi di Cuore; La scuola per ridere; L'asilo del primo Novecento, che rievocano l'atmosfera dell'epoca in cui è ambientato il celebre romanzo di Edmondo De Amicis. La visita consente inoltre di avvicinarsi alla storia del libro per l'infanzia e all'editoria scolastica dell'epoca. Nelle cantine storiche è presente una ricostruzione della Tipografia Editrice Eredi Botta che operò nel Palazzo fino ai primi anni del Novecento. Procedendo da via Corte d'Appello, si raggiunge la settecentesca piazza Savoia. Nella piazza quadrata si trovava la "porta segusina", la porta romana che costituiva l'accesso da ovest alla città, abbattuta nel 1635. L'obelisco al centro della piazza commemora la legge Siccardi del 1850 che abolì alcuni privilegi ecclesiastici. Continuando su via della Consolata, che prende il nome dal Santuario di Maria Consolatrice, uno dei principali luoghi della devozione torinese, si incrocia via san Domenico dove, annesso alla piccola chiesa del Sudario, si trova il Museo della Sindone dedicato al lino che secondo la tradizione avvolse il corpo di Cristo nel sepolcro.



Immagini 



Indirizzo: Via delle Orfane, 7 - Ingresso Museo Via Corte d'Appello, 20 - Torino
Telefono: 011 19784944
Email: info@fondazionetancredidibarolo.it
Sito web: www.fondazionetancredidibarolo.com


Museo della Sindone
Le origini e la storia, i documenti e le indagini, gli oggetti e i dipinti: tutto ciò che ha accompagnato il Sacro Lino e le sue Ostensioni.




Nel Museo è raccolto tutto ciò che documenta la storia del sacro lino dalla seconda metà del Quattrocento, quando divenne proprietà di Casa Savoia. Reperti, oggetti, libri, documenti, stampe e dipinti, testimoniano e illustrano le pubbliche Ostensioni. Oggetti di particolare significato sono la cassetta utilizzata per il trasporto della Sindone a Torino nel 1578 e quella d'argento che l'ha conservata dalla fine del 1500 al 1998. Il museo offre un'informazione molto ampia sulle ricerche sindonologiche, dalle prime riproduzioni fotografiche da cui presero il via le indagini scientifiche, fino ai più recenti risultati. Pochi isolati più avanti, in direzione di piazza Statuto, i Quartieri Militari segnano l'incrocio tra via del Carmine e corso Valdocco. Pensati per ospitare le truppe di fanteria di Vittorio Amedeo II e concepiti come il nuovo ingresso a ovest della città, furono realizzati da Filippo Juvarra (1716-1728) a completamento del suo intervento di ampliamento urbanistico. Le due caserme simmetriche, porticate, a mattone vivo, sono oggi destinate ad uso pubblico. Qui ha sede il Museo diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà.




Immagini 


br />

Indirizzo: Via San Domenico, 28 - Torino
Telefono: 011 4365832
Email: museo@sindone.org
Sito web: www.sindone.org




Un nuovo punto di osservazione sui crimini contro l'umanità, un rifugio antiaereo in cui viene raccontata la guerra di liberazione e le lotte per la conquista dei diritti.





Il Museo è uno spazio di incontro fra ricerca e comunicazione, di confronto e di riflessione: partendo dalle vicende di Torino e del suo territorio tra il 1938 e il 1948, allarga il suo campo d'interesse all'Europa e a tutto il Novecento, con una particolare attenzione ai grandi temi dell'affermazione dei diritti e della libertà. È un museo non convenzionale, che sperimenta forme di comunicazione e linguaggi espositivi originali e innovativi. La rappresentazione museale del periodo della Seconda Guerra Mondiale ruota intorno a due punti di forza: il territorio, inteso come deposito delle tracce del passato, e la memoria, come strumento per rileggere le vicende storiche. I suoi spazi ospitano un allestimento permanente “Torino 1938-1948. Dalle leggi razziali alla Costituzione”: un percorso multimediale interattivo che, attraverso testimonianze, immagini, filmati e suoni, conduce il visitatore in un viaggio virtuale nella città. Dal periodo tragico dell’occupazione e dei bombardamenti, fino alla Liberazione, il percorso si conclude con l’installazione “Vivere la Costituzione”. Dallo stesso locale, è inoltre possibile accedere al rifugio antiaereo del Palazzo, a 12 metri di profondità. Il Museo promuove anche mostre temporanee per trattare e approfondire gli eventi storici, sociali e culturali che hanno segnato la storia del Novecento, ma anche la riflessione sulla contemporaneità e sui valori positivi ereditati dalla stagione tragica del secondo conflitto mondiale e dei totalitarismi. Organizza con regolarità proiezioni, incontri, dibattiti, convegni e spettacoli. Offre attività educative rivolte al pubblico scolastico e non. Il Museo promuove la valorizzazione dei luoghi di memoria, normalmente non accessibili o poco conosciuti, presenti sul territorio cittadino, attraverso percorsi di visita tematici legati alla lotta clandestina contro l'occupazione nazifascista, alla Resistenza, alla deportazione e alla vita quotidiana durante la Seconda Guerra Mondiale. Nello stesso Palazzo hanno sede tre istituti specializzati nella storia del Novecento: l’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, l’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti” e il Centro Internazionale di Studi “Primo Levi”.




Immagini



Indirizzo: Corso Valdocco, 4/a - Torino
Telefono: 011 4420780 (biglietteria) - 011 4420788 (uffici)
Email: info@museodiffusotorino.it
Sito web: www.museodiffusotorino.it







Inaugurato nel 1961 in occasione del Centenario dell'unificazione italiana, il museo conserva documenti, stampe, oggetti e plastici della città e della Cittadella relativi all'assedio del 1706. In quella circostanza Pietro Micca, minatore dell'armata sabauda, perse la vita facendo esplodere una mina in una galleria, fermando così l'assedio francese e salvando la città. Fanno parte del museo, visitabili e pressoché intatte, le gallerie di "contromina", parte dell'intricato sistema di cunicoli sotterranei in muratura che si diramava dalla Cittadella con uno sviluppo di 14 km in direzione della campagna. All'incrocio con corso Galileo Ferraris, il Mastio della Cittadella è ciò che rimane, dopo le demolizioni iniziate nel 1856, della Cittadella, l'imponente struttura difensiva di forma pentagonale fatta erigere da Emanuele Filiberto nel 1564. Il mastio, ossia l'ingresso alla fortezza, dal 1893 è sede del Museo Storico Nazionale di Artiglieria. Il museo, attualmente chiuso per lavori di restauro, fu istituito nel 1731 per volere di Carlo Emanuele III ed è uno dei più importanti e antichi nel campo storico-militare.








Indirizzo: Via Guicciardini, 7/A - Torino
Telefono: 011 546317
Email: mpm@biblioteche.reteunitaria.piemonte.it
Sito web: www.museopietromicca.it








Fondato nel 1729, inizialmente ospitava una raccolta di piante medicinali. L'attuale edificio, già presente agli inizi dell'Ottocento, possiede un'aranciera, una serra calda e un erbario. Intorno al 1840 fu allestito "Il Boschetto", albereto tipico della pianura padana occidentale. Arricchito da esemplari di quasi tutta la flora presente in Piemonte, oggi l'Orto Botanico raccoglie circa 4.000 specie, comprese anche numerose piante esotiche e, in un piccolo angolo del giardino, varietà botaniche citate dalle Sacre Scritture.








Indirizzo: viale Mattioli, 25 - Torino
Telefono: 011 6705985
Email: rosanna.caramiello@unito.it
Sito web: www.bioveg.unito.it








Il Borgo Medievale nasce come padiglione dell'Esposizione Generale Italiana Artistica ed Industriale nel 1884. Principale ideatore di questa opera monumentale, costruita in soli quattro anni, fu l'architetto, pittore e archeologo Alfredo d'Andrade. Il Borgo, seguendo il gusto neo-gotico dell'epoca, riproduce modelli piemontesi e valdostani del Quattrocento. Il successo ottenuto portò alla decisione di conservarlo, a differenza degli altri padiglioni e strutture dell'Esposizione, con l'inserimento di alcune botteghe artigiane. La Rocca, che del Borgo costituisce la parte museale, è situata in posizione dominante ed è la riproduzione fedele di una dimora fortificata signorile del Quattrocento. Visitandone gli ambienti si compie un viaggio immaginario nella vita del tardo-medioevo. Al piano terra si trovano il camerone degli uomini d'arme, la sala da pranzo e le cucine. Al primo piano, nella camera baronale, un grande letto a baldacchino e la sala del trono. Nella cappella sono riprodotti gli affreschi dell'Abbazia di S. Antonio di Ranverso. La visita si conclude con una passeggiata nel Giardino Medievale. Allestito nel 1998, comprende il Giardino delle Delizie con rose e primule, il Giardino dei Rimedi Semplici, con erbe e piante utilizzate nella farmacia medievale e l'Orto delle verdure e degli alberi da frutto. Attraversando il giardino roccioso, un'amena valletta fiorita percorsa da ruscelli e costruita in occasione delle Celebrazioni del Centenario dell'Unità d'Italia (1961), si risale verso corso Massimo d'Azeglio. Qui sorge il Palazzo degli Istituti Anatomici, importante esempio di architettura scientifica di fine Ottocento che ospitava gli Istituti di Anatomia Umana, Anatomia Patologica e di Medicina Legale. Qui operarono, negli anni Trenta del Novecento, Giuseppe Levi e la sua scuola, che annoverò tra i suoi allievi tre futuri premi Nobel: Salvador Luria, Renato Dulbecco e Rita Levi Montalcini. Oggi, allo scopo di dare nuova vita ai luoghi del "sapere scientifico", sono stati aperti al suo interno tre musei.









Indirizzo: viale Virgilio 107, Parco del Valentino - Torino
Telefono: 0114431701 - 0114431702
Email: borgomedievale@fondazionetorinomusei.it
Sito web: www.borgomedievaletorino.it








Il Museo di Anatomia Umana offre la rara opportunità di visitare un museo scientifico ottocentesco rimasto quasi intatto nei contenuti e nell'allestimento. I suoi due saloni, con gli spazi scanditi da colonne di granito, le alte volte a crociera e i ritratti di anatomisti del passato, rappresentano un monumento all'importanza attribuita alla scienza nella Torino positivista di fine Ottocento. Il museo conserva collezioni anatomiche d'interesse antropologico e artistico (preparati a secco e in liquido, modelli in cera, cartapesta e legno) e collezioni di strumenti chirurgici oltre ad un fondo archivistico, un archivio fotografico e un fondo librario storico.









Indirizzo: corso Massimo D'Azeglio, 52 - Torino
Telefono: 011 6707883 - biglietteria
Email: museo.anatomia@unito.it
Sito web: www.museounito.it









Il Museo della Frutta presenta la collezione di mille e più "frutti artificiali plastici" modellati a fine Ottocento da Francesco Garnier Valletti. Cuore e centro del museo è la straordinaria collezione pomologica costituita da centinaia di varietà di mele, pere, pesche, albicocche, susine e uve, che offre l'opportunità di conoscere la vita e l'opera di Garnier Valletti, geniale ed eccentrica figura di artigiano, artista, scienziato. L'allestimento ricostruisce anche i laboratori d'analisi, la biblioteca e l'ufficio del direttore della "Stazione di chimica agraria", poi "Istituto sperimentale per la nutrizione delle piante". Gli arredi originali ne valorizzano il patrimonio storico-scientifico. Un tuffo nel passato che costituisce anche l'occasione per riflettere sul tema, attualissimo, della biodiversità.




Immagini 



Indirizzo: via Pietro Giuria, 15 - Torino
Telefono: 011 6708195
Email: info@museodellafrutta.it
Sito web: www.museodellafrutta.it








Aperto al pubblico nel 1961, il Museo dell'Automobile è in questi mesi in fase di profondo rinnovamento. L'edificio esistente è stato radicalmente ristrutturato per dare spazio al nuovo percorso allestitivo curato da François Confino. La riapertura al pubblico è prevista per il 2011. Sui tre piani in cui si sviluppa il nuovo museo, le automobili esposte racconteranno le condizioni che hanno condotto alla loro progettazione e costruzione, gli avvenimenti sportivi e sociali a cui hanno partecipato, come hanno sedotto il grande pubblico degli sportivi e, infine, perché alcune di esse sono diventate parte integrante della memoria collettiva del Novecento. La storia della scienza e della tecnologia a Torino è rappresentata inoltre dalle collezioni e dagli importanti archivi delle due istituzioni di alta formazione: il Centro Documentazione e Museo Virtuale Politecnico (CEMED), l’Archivio Scientifico Tecnologico dell'università (ASTUT) e l'Archivio Storico e Museo Italgas.









Indirizzo: corso Unità d'Italia, 40 - Torino
Telefono: 011 677666
Email: info@museoauto.it
Sito web: www.museoauto.it


GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea

Uno sguardo all’arte moderna italiana e alle tendenze internazionali dell’arte contemporanea compresa una tra le più importanti raccolte di video d’artista.






Le raccolte d'arte italiana moderna del Museo Civico di Torino dal 1895 furono esposte in un Padiglione costruito per la IV Esposizione Nazionale di Belle Arti, andato poi distrutto dai bombardamenti aerei. Nel 1959 fu costruita l'attuale sede, su progetto degli architetti Carlo Bassi e Goffredo Boschetti. La straordinaria collezione è costituita da oltre 45.000 opere: dipinti, sculture, disegni, incisioni e installazioni, fotografie e video che documentano la storia dell'arte in Italia dell'Ottocento e Novecento e le più attuali produzioni artistiche a cui il museo dedica ampi spazi. Il percorso di visita è stato recentemente riorganizzato. La suddivisione in ordine cronologico del percorso, con la storica divisione in due piani dedicati all'Ottocento e al Novecento, è stata sostituita nel 2009 da un ordinamento tematico che permette al visitatore di riscoprire i capolavori e di analizzarli attraverso una nuova visione. La collezione della GAM comprende opere di grandi maestri italiani e stranieri quali Balla, Severini Boccioni, De Chirico, Dix, Ernst, Klee. All'interno della GAM si trovano la Biblioteca d'Arte e l'Archivio Fotografico dei Musei Civici torinesi. Poco fuori dal centro città, in direzione ovest, il quartiere di San Paolo, tradizionalmente operaio, ospita oggi due importanti centri dedicati all'arte contemporanea: la Fondazione Merz e la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo.




Immagini 



Indirizzo: via Magenta, 31 - Torino
Telefono: 011 4429518
Email: gam@fondazionetorinomusei.it
Sito web: www.gamtorino.it








Istituita nel 2005 per conservare e valorizzare il fondo delle opere di Mario Merz (1925-2003), ha sede nell'ex centrale termica delle Officine Lancia, edificio razionalista costruito intorno agli anni Trenta. L'esposizione, su tre livelli, occupa circa metà dei 3000 mq complessivi. La Fondazione ospita un centro studi specializzato e mostre temporanee in cui gli artisti si confrontano con i contenuti dell'opera del noto esponente dell'Arte Povera. Come la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, sorge lungo l'asse della cosiddetta "Spina centrale", direttrice urbanistica di sviluppo sulla quale sono stati operati numerosi interventi di arte pubblica (installazioni di Giuseppe Penone, Mario Merz, Per Kirkeby). Entrambi gli spazi espositivi costituiscono inoltre riusciti esempi di recupero funzionale del patrimonio archeologico industriale. La riconversione delle grandi aree industriali dismesse, prevista dal piano regolatore della Città, la contemporanea costruzione della Metropolitana e degli impianti e servizi per i Giochi Olimpici invernali del 2006, hanno profondamente trasformato l'impianto urbanistico di Torino. Questo fenomeno ha avuto effetti evidenti sui 23 quartieri storici, molti dei quali - nel corso del Novecento - da borghi esterni alla cinta daziaria si erano trasformati in rioni popolari in prossimità delle grandi fabbriche a seguito della migrazione interna al Paese degli anni Sessanta. Ognuno di questi luoghi conserva una sua storia e un insieme di memorie.









Indirizzo: via Limone, 24 - Torino
Telefono:011 19719437
Email: info@fondazionemerz.org
Sito web: www.fondazionemerz.org









La Fondazione ha inaugurato la propria attività espositiva nel 1997 a Guarene d'Alba, in provincia di Cuneo. La sede espositiva di Torino è aperta al pubblico dal 2002 nello spazio industriale dismesso della Fergat, in stile neo-minimalista. L'edificio è dotato di una vasta sala per mostre temporanee e si caratterizza per essere una struttura flessibile adatta a ospitare anche concerti, spettacoli teatrali, performance, incontri e dibattiti.La Fondazione è in pochi anni diventata uno spazio di incontro molto frequentato dai giovani torinesi. Come la Fondazione Merz, sorge lungo l'asse della cosiddetta "Spina centrale", direttrice urbanistica di sviluppo sulla quale sono stati operati numerosi interventi di arte pubblica (installazioni di Giuseppe Penone, Mario Merz, Per Kirkeby). Entrambi gli spazi espositivi costituiscono inoltre riusciti esempi di recupero funzionale del patrimonio archeologico industriale. La riconversione delle grandi aree industriali dismesse, prevista dal piano regolatore della Città, la contemporanea costruzione della Metropolitana e degli impianti e servizi per i Giochi Olimpici invernali del 2006, hanno profondamente trasformato l'impianto urbanistico di Torino. Questo fenomeno ha avuto effetti evidenti sui 23 quartieri storici, molti dei quali - nel corso del Novecento - da borghi esterni alla cinta daziaria si erano trasformati in rioni popolari in prossimità delle grandi fabbriche a seguito della migrazione interna al Paese degli anni Sessanta. Ognuno di questi luoghi conserva una sua storia e un insieme di memorie.








Indirizzo: via Modane, 16 - Torino
Telefono:011 19719437
Email: info@fsrr.org
Sito web: www.fsrr.org








Nel fitto dedalo di stradine acciottolate del quartiere Borgo Vecchio Campidoglio, settanta artisti, torinesi e non, sono stati invitati a realizzare opere d'arte in situ: murales, installazioni, dipinti e sculture. Così è nato nel 1995 il Museo d'Arte Urbana, nella cui collezione troviamo interventi di Antonio Carena, Filippo di Sambuy, Enzo Bersezio e Leonida.








Indirizzo: Borgo Campidoglio 
(perimetro compreso nel quadrilatero 
delle vie tra Via Nicola Fabrizi - 
Corso Tassoni - Corso Lecce - 
Via Levanna- Via Netro). 
Sede amministrativa via Musinè, 19
Telefono: 011 745580
Email: info@museoarteurbana.it
Sito web: www.museoarteurbana.it








La collezione è costituita da 30 opere. L'inizio del percorso è dedicato ai vedutisti veneti del Settecento, tra cui spiccano sei opere del Canaletto. L'Ottocento è rappresentato da alcune sculture, tra cui le celebri "danzatrici" di Antonio Canova e da due tele di Edouard Manet e Pierre-Auguste Renoir. La parte più consistente della raccolta riguarda il primo Novecento. Grande protagonista è Henri Matisse, con sette tele degli anni Venti e Quaranta del Novecento. Pablo Picasso è presente con "L'Hétaire", ritratto femminile del 1901, e con una grande composizione cubista del 1915-16. Sono inoltre esposti alcuni capolavori dell'arte italiana: "Velocità astratta" (1913) di Giacomo Balla, "Lanciers italiens au galop" (1915) di Gino Severini e "Nu couché" (1917) di Amedeo Modigliani. Pochi metri prima del Lingotto, su via Nizza, sorge l'ex stabilimento Carpano che lega il suo nome alla produzione del vermouth. L'attività produttiva si è fermata nel 1995 e, dal 2002, è partito il progetto di riutilizzo dei locali per Eataly, importante centro di cultura enogastronomica.








Indirizzo: Lingotto - via Nizza, 230 int. 103 - Torino
Telefono: 011 0062713 - 011 0062008
Email: segreteria@pinacoteca-agnelli.it
Sito web: www.pinacoteca-agnelli.it








Non lontano, sull'area dapprima occupata dallo stabilimento Framtek, si incontra un'altra interessante esperienza di nuovo spazio per l'arte contemporanea. Si tratta del Parco d'Arte Vivente (PAV), un centro di ricerca attento al dialogo tra arte, scienza e natura, realizzato secondo i principi della bioclimatica. Il PAV è stato concepito come un'architettura verde dall'artista torinese Piero Gilardi e sviluppato con il paesaggista Gianluca Cosmacini. È organizzato in ambienti e progetti quali "Bioma", un'opera di Piero Gilardi in cui il pubblico può interagire con alcuni elementi naturali o con l'installazione "Trèfle", la prima opera d'arte ambientale ideata al PAV dall'artista francese Dominique Gonzales-Foerster. Un altro dei luoghi simbolo della recente trasformazione di Torino è l'area a sud del quartiere San Donato, dove la Dora devia il suo corso a seguito del colossale intervento operato nel 1498 per aumentare la portata e la forza delle acque. Anche per questo, sulla Dora Riparia è nata la prima industria torinese. Qui a fine Ottocento giunse l'energia elettrica con la linea di trasporto a distanza sperimentata da Galileo Ferraris. In quest'area, dove grandi stabilimenti erano insediati e in produzione fino a non molto tempo fa, dal 2011 sarà aperto al pubblico il Parco Dora, all'interno del quale saranno conservate le poche preesistenze industriali rimaste. Su questa direttrice di sviluppo urbanistico, denominata "Spina Tre", a far da simbolico ingresso al Parco, l'ex palazzina dei vigili del fuoco della Michelin ospita il Museo A come Ambiente, progettato dall'architetto Agostino Magnaghi.



Immagini



Indirizzo: via Giordano Bruno, 31 - Torino
Telefono: 011 3182235
Email: info@parcoartevivente.it
Sito web: www.parcoartevivente.it








A come Ambiente è il primo museo europeo interamente dedicato alle tematiche ambientali, pensato per offrire a bambini, scuole e famiglie la possibilità di informarsi e riflettere in modo multimediale e creativo su temi attuali come l'energia, il riciclo dei materiali, l'acqua e i trasporti. Il museo ha nell'interattività la sua caratteristica principale: exhibit, esperimenti, osservazioni, laboratori e percorsi guidati da animatori specializzati sono gli elementi di un viaggio che mescola gioco e sperimentazione, sviluppando originali commistioni tra didattica, spettacolarità e intrattenimento.








Indirizzo: corso Umbria, 90 - Torino
Telefono: 011 0702535
Email: info@museoambiente.org
Sito web: www.museoambiente.org



Nelle affascinanti sale del castello, le opere dei maggiori protagonisti dell’arte contemporanea, un museo unico al mondo per ricchezza e originalità.



Appena fuori città, all'imbocco della val di Susa, sorge il Castello di Rivoli. Esso offre al visitatore una ricca raccolta che documenta le ultime tendenze artistiche con opere di maestri quali Sol Lewitt e Richard Long, di protagonisti dell'Arte Povera quali Michelangelo Pistoletto, della Transavanguardia, di artisti come Maurizio Cattelan e Vanessa Beecroft per arrivare fino alle ultime generazioni. La vita del museo è animata da un programma di mostre temporanee di livello internazionale. Aperto al pubblico nel 1978, il Museo ha in breve tempo conquistato un posto di rilievo nel panorama internazionale dell'arte contemporanea e svolge numerose attività educative sia al suo interno sia sul territorio nazionale. Senza dubbio spettacolare è anche la sede che accoglie il museo: un'imponente residenza sabauda barocca che svetta sull'ultima propaggine della morena della val di Susa e che dall'alto domina la pianura. La manica lunga del seicentesco edificio attiguo al Castello, nei suoi 140 m di lunghezza, accoglie oggi le esposizioni temporanee.



Immagini 



Indirizzo: piazza Mafalda di Savoia - Rivoli
Telefono: 011 9565280
Email: info@castellodirivoli.org
Sito web: www.castellodirivoli.org








È un complesso ambientale-architettonico di grande fascino, uno spazio immenso, vario e suggestivo. Dopo un lungo restauro, che ha dato vita al cantiere più grande d'Europa, la Reggia di Venaria e i Giardini Reali sono stati riaperti al pubblico nel 2007. Fu Carlo Emanuele II, nel 1660, a scegliere la localizzazione della Residenza destinata alla pratica venatoria e ad avviarne la costruzione. Per la funzione di svago cui era finalizzato, il Castello aveva infatti bisogno di un vasto ambiente circostante e di essere vicino a Torino per soddisfare le esigenze della Corte. L'attuale impianto rispecchia sostanzialmente il disegno originario di Amedeo di Castellamonte. Nel Settecento l'architettura del castello divenne modello anche per le altre Corti Europee. L'ampliamento della Reggia, iniziato ad opera di Michelangelo Garove dopo la distruzione di alcuni edifici da parte delle truppe francesi, continuò nel 1716 con Filippo Juvarra. L'architetto rimodellò il disegno, realizzando la Galleria Grande (detta di Diana), il luogo più affascinante della Reggia, gli appartamenti nel padiglione lato Borgo e la Cappella di Sant'Uberto, dedicata al santo patrono dei cacciatori. Furono poi costruite la Citroniera e la Scuderia Grande nella zona sud-orientale e furono ridisegnati i giardini e il parco, il cui allestimento fu curato da Henry Duparc, secondo modelli francesi. Nella seconda metà del Settecento, Carlo Emanuele III affidò a Benedetto Alfieri nuove opere di completamento che interessarono le Scuderie, il Maneggio e la Galleria di collegamento tra la Cappella e la Citroniera. La fase di decadenza della Reggia risale agli inizi dell'Ottocento quando le fu preferita la Palazzina di Caccia di Stupinigi. Dopo il Congresso di Vienna, fu adibita a caserma e la galleria juvarriana divenne scuderia per i cavalli. Completarono il degrado finale l'intervento delle truppe tedesche durante la seconda guerra mondiale e numerosi atti di vandalismo. Nei magnifici giardini reali è stata recuperata l'area della Grande Peschiera nel Parco Basso, circa cinque ettari dove sono state collocate le opere dell'artista contemporaneo Giuseppe Penone. Le installazioni si inseriscono nel Giardino come in un museo, con sale espositive delimitate da file di tigli e di betulle. Nei giardini si possono inoltre ammirare i resti seicenteschi della Fontana dell'Ercole e del Tempio di Diana, gli spazi del Giardino Inglese e l'area del Boschetto. Intorno alla Reggia si trova il Parco della Mandria, 3.600 ettari di territorio che i Savoia circondarono da un muro di cinta lungo 35 chilometri. Il Parco rappresenta una delle maggiori realtà di tutela ambientale in Italia e ospita diverse specie di animali selvatici. Al suo interno si trovano anche alcuni edifici storici, il più importante dei quali è il complesso del Borgo Castello dove si trovano gli Appartamenti Reali in cui soggiornò Vittorio Emanuele II con Rosa Vercellana, popolarmente nota come "la Bela Rosin".









Indirizzo: Piazza della Repubblica, 4 - Venaria Reale
Telefono: 011 4992333 (informazioni e prenotazioni)
Email: comunicazione@lavenariareale.it
Sito web: www.lavenariareale.it




Un complesso architettonico di straordinaria originalità, a cui hanno contribuito i grandi architetti della corte sabauda.




>


Un lungo e maestoso viale, fiancheggiato da cascine e scuderie, conduce da Torino alla Palazzina di Caccia di Stupinigi, sormontata dalla statua del "Cervo" di Francesco Ladatte (1766), oggi sostituita da una copia, circondata da un parco di oltre 150.000 mq. Già in età medievale era presente nel luogo un piccolo castello. La proprietà variò nei secoli per ritornare, nel 1564, ai Savoia che la gestirono tramite l'Ordine Mauriziano, il cui Gran Maestro era il duca stesso. Fu soprattutto per volere di Vittorio Amedeo II se la Palazzina di Stupinigi divenne uno dei gioielli tra le Residenze del tempo. La costruzione fu iniziata nel 1729 su progetto di Filippo Juvarra, continuato da Benedetto Alfieri, Giovanni Tommaso Prunotto e Ludovico Bo. La prima battuta di caccia nei boschi intorno a Stupinigi si svolse nel 1731 e, ancora nel corso del Settecento, il complesso venne ampliato con l'aggiunta delle scuderie e delle rimesse agricole. Anche Napoleone vi soggiornò, nel maggio 1805, prima di recarsi a Milano per essere incoronato imperatore. Nel 1832 la Palazzina divenne nuovamente di proprietà della famiglia reale, poi brevemente del Demanio italiano, per essere restituita, nel 1925, con i possedimenti circostanti all'Ordine Mauriziano. Il cuore della Residenza è il grande salone ovale provvisto di balconate ad andamento "concavoconvesso" di forte suggestione. Dal salone centrale partono quattro bracci più bassi a formare una croce di Sant'Andrea, dove si trovano gli appartamenti reali e quelli per gli ospiti. I temi della decorazione degli ambienti sono un inno alla pratica venatoria e la sontuosità dei particolari, le ricche testimonianze di arredi di stile Rococò italiano, i materiali preziosi sono testimonianza dello sfarzo e la ricercatezza della corte.



Immagini 



Indirizzo: Piazza Principe Amedeo 7 - Stupinigi-Nichelino - Torino
Telefono: 011 3581220



Residenza cara ai Savoia. Al suo interno, gli appartamenti dove vissero Vittorio Emanuele II e l'ultima famiglia reale.









Sorge sulla sommità di una collinetta nel centro storico della cittadina. L'attuale impianto risale al Seicento ed è il risultato dell'ampliamento di un fortilizio medievale, costituito da quattro torri circolari, due delle quali sono anche visibili in facciata, rivestite in mattoni nel Settecento. Nella seconda metà del Quattrocento fu ampliato per volere di Jolanda di Valois, che trasformò l'edificio in dimora ducale. Qui, nel 1475, venne stipulato il "Trattato di Moncalieri" tra la duchessa Jolanda, Carlo, duca di Borgogna e Galeazzo Sforza, duca di Milano. Carlo Emanuele I commissionò nuovi lavori, che continuarono per volontà di Vittorio Amedeo I e della "Madama Reale" Cristina di Francia. Il Castello fu la sede preferita di Vittorio Amedeo II (1666-1732) che qui morì prigioniero del figlio Carlo Emanuele III. Nel 1775 l'edificio subì sostanziali modifiche ma solo nel 1817 ebbero inizio le vere operazioni di restauro. Le lunghe maniche laterali vennero arredate, fu riprogettato lo scalone principale, vennero modificati gli appartamenti vicini e venne costruita la "Cavallerizza" sul fondo del cortile. Carlo Alberto scelse il Castello quale residenza reale e a questo scopo fu a lungo utilizzato, almeno fino al 1926 quando vi morì Maria Clotilde di Savoia, figlia di Vittorio Emanuele II. Nel 1948 il complesso fu dato in consegna all'Arma dei Carabinieri. Nell'aprile del 2008 è stato gravemente danneggiato da un incendio. Sono in corso i lavori di restauro e il Castello oggi non è visitabile.



Immagini 



Indirizzo: Piazza Baden Baden, 4 - Moncalieri
Telefono: 011 6402883
Email: valeriopiero.corino@beniculturali.it
Sito web: www.piemonte.beniculturali.it




Splendida residenza appartenuta ai Savoia-Carignano. Nel parco,una natura secolare popolata da aironi, cicogne e altri volatili.






Il Castello di Racconigi, in provincia di Cuneo, fu residenza ufficiale del ramo dei Savoia Carignano. Si presenta oggi come un grande palazzo in mattoni rossi e tetti a pagoda. Fino alla metà del Seicento mantenne la struttura di antico maniero medievale, un impianto quadrato, quattro torrioni angolari, il fossato, un ponte levatoio e un mastio laterale. Nel 1620 il duca Carlo Emanuele I donò il Castello al fratello, il principe Tommaso Francesco di Savoia, capostipite del ramo Savoia - Carignano. Fu suo figlio Emanuele Filiberto Amedeo a stabilirsi a Racconigi, dando il via ad una serie di lavori che interessarono il castello ed il parco. Nel 1681 il principe commissionò a Guarino Guarini la completa trasformazione della fortezza. Il progetto fu solo parzialmente realizzato e ripreso nel Settecento da Giovan Battista Borra. Alcuni ambienti mantengono ancora oggi l'impostazione e la decorazione settecentesca, come l'ampio Salone d'Ercole, la Sala di Diana e l'appartamento cinese, dove l'esotismo del tardo Settecento caratterizza gli ambienti. Nell'Ottocento Pelagio Palagi attuò un'ulteriore trasformazione, intervenendo sulla Sala dei Dignitari, il Gabinetto Etrusco e il Bagno di Carlo Alberto. Il gusto ottocentesco trova applicazione anche nelle costruzioni di servizio inserite nel parco, come la Margaria e le Serre. Il complesso, abitato dai Savoia sino al 1946, fu acquisito dallo Stato italiano nel 1980. Merita una visita il Parco annesso al Castello, di cui si ha notizia già nel Trecento. Nel 1746 Luigi di Carignano ne affidò la cura allo specialista francese Michel Benard, che mantenne in gran parte il taglio scenografico del giardino "alla francese" del progetto di Le Nôtre. Il parco all'inglese di oggi è il risultato dell'intervento ottocentesco del celebre architetto di giardini tedesco Xavier Kurten. Nei dintorni di Torino occorre segnalare un'altra importante dimora storica circondata da un grande parco, sempre opera del Kurten. A Santena, a circa 25 km da Torino, è visitabile infatti il Castello Cavour, già residenza della nobile famiglia dei Benso, lasciata in dono alla Città di Torino nel 1947 dal marchese Giovanni Visconti Venosta.



Immagini 



Indirizzo: Via Morosini, 1 - Racconigi (CN)
Telefono: 0172 84005
E-mail: comunica@castellodiracconigi.org
Sito web: www.ilcastellodiracconigi.it



Importante complesso monumentale legato alla figura del grande statista, con pregevoli oggetti d'arte, arredi originali e archivi familiari.






Opera dell'architetto Francesco Gallo, il Castello fu costruito per volere del conte Carlo Ottavio Benso di Cavour tra il 1712 e il 1720 sulle rovine di un antico maniero. Al secondo piano è conservata la camera da letto con mobili e cimeli provenienti dal palazzo di Torino, dove Camillo Benso morì il 6 giugno 1861. Nella cripta, sotto l'abside della Cattedrale, con ingresso a lato del Castello si trova la cappella funeraria della famiglia Benso di Cavour, dove è sepolto il grande statista, uno dei principali artefici dell'Unità d'Italia.



Immagini



Indirizzo: Piazza Visconti Venosta 2 - Santena (TO)
Telefono: 011 94 92 578







Il percorso storico-museale propone la scoperta dei luoghi più nascosti dove uomini comuni soffrirono per l'affermazione dell'Italia libera e democratica, dall'Unità all'inzio del Terzo Millennio. La struttura architettonica presenta la segregazione individuale delle celle, il sistema panottica della Prima Rotonda, l'unica memoria dei cubicoli utilizzati dai detenuti in assoluto silenzio. Specchio della società, permette di capire come si vive privati della libertà in un cella. Si rievocano eventi criminali noti, storie di fascisti, l'ultima esecuzione capitale in Italia, le lotte antifasciste, la resistenza nel famigerato primo braccio tedesco, la testimonianza dei valori universali nelle celle dei condannati a morte, il terrorismo con la barbara uccisione di quattro agenti. Patrimonio storico e civile dell'umanità che non va dimenticato.




Immagini 



































































































Indirizzo: Via Paolo Borsellino, 3
Telefono: 011 3090115 - 011 7604881 (dalle 15 alle 17)
Email: museocarcerelenuove@libero.it
Sito web: www.museolenuove.it










Le OGR - Officine Grandi Riparazioni - sono un capolavoro di architettura industriale sopravvissuto nel cuore di Torino. Si affacciano sul viale della Spina Centrale, in un’area attraversata da una grande trasformazione urbanistica per l’ampliamento della cittadella del Politecnico di Torino e la costruzione della nuova stazione di Porta Susa e del centro direzionale di Intesa Sanpaolo. Aperte alla fine dell’Ottocento come fabbrica per la costruzione e la manutenzione di locomotive e vagoni ferroviari, le OGR sono state definitivamente dismesse all’inizio degli anni ’90. Il fabbricato ha un impianto ad H, con due edifici paralleli lunghi quasi 200 metri e collegati trasversalmente da una terza costruzione più bassa. L’interno è scandito da file di grandi pilastri di ghisa che suggeriscono l’effetto di un susseguirsi di imponenti navate per questa “cattedrale” della storia industriale di Torino. Gli interventi di recupero eseguiti hanno permesso di trasformare il complesso in un polo espositivo, valorizzando gli oltre 20.000 metri quadrati, che saranno il cuore pulsante di Esperienza Italia. Al termine dell’evento, le OGR saranno immediatamente riutilizzate, diventando un nuovo luogo della cultura torinese. Nel corso di Esperienza Italia, le OGR ospiteranno le mostre Fare gli italiani, Stazione futuro. Qui si rifà l’Italia e il Futuro nelle mani. Artieri domani, oltre allo Spazio Scuole e ai servizi di ristorazione.








Indirizzo: Corso Castelfidardo, 22 - Torino
Telefono: 011 4992333
Sito web: www.officinegrandiriparazioni.it




Nessun commento:

Posta un commento